Direttori sportivi e calciomercato: il grande lavoro di quattro ds
Come si può facilmente intuire, le vittorie di una squadra non passano unicamente dalle prestazioni dei calciatori in campo. Fondamentale è anche il lavoro svolto a livello dirigenziale, soprattutto quello del direttore sportivo, che deve saper scegliere i giocatori giusti al momento giusto. Ecco quattro direttori sportivi a cui ispirarsi.
Piero Ausilio
Solamente per aver saputo gestire con maestria un po’ tutte le situazioni complicate che gli sono capitate, il buon Ausilio si è guadagnato la fiducia non solo dell’ambiente nerazzurro, ma un po’ di tutti gli addetti ai lavori. Uno dei suoi principali pregi corrisponde senz’altro alla capacità di riconoscere i giocatori di valore da prendere a tutti i costi.
Spesso e volentieri è emerso come, in fase di trattativa, Ausilio non faccia sconti a nessuno e sia davvero un osso duro. Non si nasconde dietro altre persone e si prende sempre le sue responsabilità: un motivo in più per stimarlo il fatto di aver vissuto un po’ tutto il periodo più complicato nella storia della società meneghina, per poi uscirne alla grande con lo scudetto vinto con Antonio Conte in panchina.
Le migliori operazioni di mercato di Igli Tare
Ormai è un romano praticamente acquisito, visto che vive in simbiosi con l’ambiente biancoceleste addirittura dal 2005. In realtà, però, è dal 2009, quattro anni più tardi che Igli Tare è stato chiamato a ricoprire un ruolo particolarmente importante in società, ovvero quello di direttore sportivo, che gli è stato conferito direttamente dal numero uno del club biancoceleste, ovvero Claudio Lotito.
Ebbene, nonostante nel mondo del calcio spesso e volentieri sia allenatori che dirigenti vengono cambiati esattamente alla stregua di semplici calzini, fa abbastanza specie notare come il sodalizio composto da Lotito e Tare, in realtà dura addirittura da tredici lunghissimi anni. Come sa perfettamente chi segue il calciomercato Lazio, Tare ha messo a segno diversi colpi di mercato importanti nel corso di tutti questi anni: ad esempio, ha portato a Roma giocatori del calibro di Immobile, Lulic, Correa, Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Strakosha, tutti a prezzo veramente di saldo, per merito di un intuito che in pochi altri direttori sportivi hanno.
Gabriele Zamagna è il “miracolo” Atalanta
Ci sono tanti nomi che si dovrebbero spartire il merito per aver trascinato l’Atalanta fino ai quarti di finale di Champions League e non si tratta unicamente dei giocatori che vanno in campo e di chi li guida dalla panchina, ovvero mister Gasperini.
Infatti, tra i dirigenti che hanno senz’altro più contribuito a raggiungere questi incredibili livelli, c’è anche il direttore sportivo dell’Atalanta, ovvero Gabriele Zamagna. Un progetto che è nato grazie a un’importante condivisione di obiettivi e valori. Zamagna è uno di quegli addetti ai lavori a cui piace parlare pochissimo e invece agire sottotraccia. Esattamente come già messo in evidenza per Tare, anche in questo caso si tratta di un direttore sportivo che ha la particolare capacità di riuscire a individuare il talento e l’adeguatezza al contesto orobico dei giocatori osservati e poi acquistati. Uno dei punti di forza della sua azione è senz’altro la capacità di muoversi con anticipo rispetto a tutti gli altri, mettendo in evidenza una notevole competenza, non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche sotto il profilo strategico.
Giuntoli e il “suo” Napoli
Giuntoli ha fatto la gavetta, tanta, raccogliendo risultati importanti soprattutto a Carpi, con cui si è fatto notare in tutta la serie A. D’altra parte, non è certo da tutti riuscire a guidare una squadra dalla serie D fino al massimo campionato italiano. Una delle peculiarità del suo modus operandi è senz’altro quella di riuscire ad azzeccare i calciatori giusti al momento più adatto, come è accaduto con Kevin Lasagna. Anche nell’esperienza a Napoli sta dimostrando di avere personalità e competenza in diversi contesti.